I DETENUTI DELLA CASA CIRCONDARIALE DIVENTANO AIUTO CUOCHI

29 Gen

I DETENUTI DELLA CASA CIRCONDARIALE DIVENTANO AIUTO CUOCHI

“Il percorso formativo può portare alla completa risocializzazione dell’individuo”

I DETENUTI DELLA CASA CIRCONDARIALE DIVENTANO AIUTO CUOCHI

Al Parco di Rubano presto in vendita i primi prodotti alimentari trasformati nel laboratorio di gastronomia

Una Master Class per futuri cuochi alla Casa Circondariale di Padova.

L’istituto penitenziario padovano, infatti, ospita un percorso formativo volto a favorire l’inserimento lavorativo  dei  detenuti,  con la mansione di addetto cucina / aiuto cuoco, sotto la guida dello chef e formatore abilitato Italo Cristofani. Il laboratorio è stato avviato a settembre 2019, ma la pandemia ne ha rallentato parzialmente lo sviluppo: ciononostante, il 18 gennaio scorso è potuta iniziare la terza edizione.

Il progetto e il tirocinio sono promossi dalla cooperativa sociale Coislha, con il sostegno del Ministero di Grazia e Giustizia e il co-finanziamento di Fondazione Cattolica. Il percorso formativo, invece, è coordinato da Irecoop Veneto con la partnership di O.A.S.I. Opera Assistenza Scarcerati Italiani dei Padri Mercedari di Padova.  e  finanziato  interamente  dal  Fondo  Straordinario  di  Solidarietà  per  il  Lavoro  di  Fondazione Cariparo.

 

FINALITÀ – L’operazione rappresenta un vero e proprio laboratorio occupazionale finalizzato alla completa risocializzazione dei detenuti.

Il progetto si fonda sul principio di rieducazione del detenuto (art. 27 della Costituzione), fornendo ai partecipanti gli strumenti professionali e umani per riacquisire una prospettiva di vita attiva anche al di fuori della struttura: grazie a una competenza spendibile nel mondo del lavoro, infatti, il detenuto è portato a una revisione critica del proprio operato.

Immagine scattata prima della pandemia Covid 2019

I primi due cicli formativi si sono conclusi nel 2020: 10 detenuti hanno già conseguito dunque l’abilitazione di  aiuto  cuoco,  mentre  in  questo  terzo  ciclo  appena  iniziato,  altri  cinque  soggetti  impareranno  a destreggiarsi tra i fornelli sotto la guida di Italo Cristofani.

«Il reinserimento attraverso percorsi lavorativi e formativi è un’azione fondamentale per garantire a queste persone nuove opportunità, reali e concrete – afferma la direttrice della Cooperativa Coislha Anna Michelotto – Sono progetti preziosi, su cui è importante investire a ogni livello, dialogando con istituzioni e costruendo sinergie con associazioni e realtà economiche: come Cooperativa Coislha riteniamo sia fondamentale generare percorsi generativi per la costruzione di una società più giusta, più inclusiva e di cui ognuno si senta parte attiva e partecipe».

«Questi progetti e percorsi sono le fondamenta del nostro sistema penitenziario perché favoriscono il reinserimento sociale di chi ha sbagliato – afferma il direttore della Casa Circondariale Salvatore Erminio – Un sistema che si basa solo su finalità punitive, sanzionatorie e di protezione sociale finisce con l’aggravare l’orientamento deviante dell’individuo, esponendo la comunità al rischio concreto di un futuro recidivo. Appassionarsi al far bene un mestiere, riconoscere in sé un nuovo talento, invece, ribalta completamente questa prospettiva».

 

STRUTTURA DEL PERCORSO FORMATIVO – Irecoop Veneto gestisce e coordina il percorso di formazione, i cui destinatari sono selezionati e orientati da O.A.S.I.; il tirocinio è condotto dalla Cooperativa Coislha, sotto la guida dello chef e formatore abilitato Italo Cristofani, utilizzando gli spazi e gli strumenti della cucina professionale interna alla Casa Circondariale di Padova, di recente costruzione ma inutilizzata negli anni passati.

Al termine del percorso di tirocinio, che prevede per ciascun soggetto un mese di teoria e quattro mesi di attività laboratoriale in cucina, Irecoop Veneto consegna ai detenuti un attestato di frequenza, un attestato di sicurezza secondo l’Accordo Stato Regioni relativo alla sicurezza e al rischio medio, e un attestato HACCP a norma di legge. Infine, sempre Irecoop Veneto finalizza la risocializzazione delle persone che hanno partecipato al tirocinio, fornendo loro un supporto concreto e strutturato nella ricerca di lavoro dopo la scarcerazione.

 

PRESTO SUGLI SCAFFALI DEL PARCO DI RUBANO – Fin dalle prime fasi del progetto, Coislha ha voluto attribuire al laboratorio occupazionale un orizzonte di continuità e autosostentamento: così i detenuti più capaci vengono proposti a loro volta come assistenti, per garantire un livello formativo e qualità delle lavorazioni costanti. Nella medesima prospettiva, si è investito in strumenti capaci di rendere commercializzabili i prodotti lavorati dai detenuti, così da slegare il percorso da finanziamenti esterni.

Dalla seconda metà di febbraio sarà allora possibile acquistare le conserve e le preparazioni prodotte alla Casa Circondariale direttamente dagli scaffali della Bottega del Parco, al Parco Etnografico di Rubano. Sarà solo il primo test per il progetto più ampio di Coislha Food: riunire sotto un unico brand commerciale i prodotti naturali del territorio lavorati alla Casa Circondariale, per valorizzare il progetto sociale e le realtà agricole del padovano.

«L’idea di creare un nuovo marchio è nata dopo il primo ciclo del corso – rivela lo chef Italo Cristofani, formatore del laboratorio occupazionale – è la naturale conseguenza dell’entusiasmo e della passione di queste brigate di cuochi fuori dal comune, composta da ragazzi avidi di imparare, volenterosi e determinati a giocarsi bene questa opportunità di riscatto. Qui alla Casa Circondariale sta nascendo una realtà nuova e ambiziosa: abbiamo iniziato con preparazioni elementari, ma dopo pochi mesi i ragazzi sono stati in grado di produrre piatti di gastronomia come arrosti, ragù, pasta fresca, confetture, conserve e tanto altro, pur sempre con la mia supervisione.. Sono stato anche chef di uno dei più innovativi ristoranti italiani a Londra (l’Evoluzione a South Kensington) ma questa esperienza sociale sta facendo germogliare qualcosa di unico: lavorare con una brigata come questa è completamente differente, si impara la collaborazione e a lavorare in squadra».

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