Casone

18 Nov

Casone

Uno degli aspetti principali del parco etnografico di Rubano che ci ricollega al passato e alle tradizioni della nostra zona è il casone.

Tali costruzioni sono stati per secoli le abitazioni tipiche delle campagne venete, in particolare nel Comune di Rubano agli inizi dell’800, stando al catasto napoleonico, vi erano 105 casoni su un totale di 258 abitazioni. Nel corso dell’900, fra le due guerre mondiali e nel secondo dopoguerra questo tipo di struttura ha visto la sua scomparsa.

I casoni erano abitazioni tipiche delle realtà contadine e per questo motivo per la sua costruzione ci si avvaleva dei materiali poveri presenti in natura.

L’attuale struttura del parco è una ricostruzione degli anni ’90, fedele ai vecchi modelli abitativi, lo scopo della sua costruzione era quello di sviluppare una struttura didattico- museale per riportare alla luce le vecchie tradizioni, per far rivivere anche ai più piccoli gli ambienti domestici di una volta e per non dimenticare il nostro passato.

Nell’elaborazione del progetto vi è stato il contributo di Paolo Tieto uno dei principali studiosi di abitazioni rurali.

Caratteristiche che si è cercato di riportare alla luce erano il tetto a quattro spioventi di paglia o a canne intrecciate, quest’ultime garantivano una maggior robustezza, tali materiali permettevano di far scivolare l’acqua piovana anche se richiedevano una forte manutenzione.

La struttura era costituita in muratura, da mattoni di argilla cotti al sole o da quelli fabbricati in fornace, ricoperti da intonaco grezzo di calce, sia nella parte interna che esterna.

Nella costruzione si prediligeva l’uso di materiali semplici e facilmente ritrovabili in loco, la struttura non sempre era fornita di fondamenta o se presenti erano molto semplici, realizzati con materiali di scarto o trovati nel posto. Fondamentale nel momento della costruzione era l’orientamento dato all’abitazione, la maggior parte era rivolta a sud per proteggere il casone dalla pioggia e dal vento di tramontana.

Il pavimento si componeva per la maggior parte da normale terra battuta o in alcuni casi piastrellato con mattonelle in cotto.

Le pareti interne che dividevano le varie aree erano di solito formate da graticci e pali ricoperti di argilla.

Il sottotetto, invece, veniva usato come pagliaio a deposito per il fieno a cui si accedeva mediante una scala. Da un lato il focolare sporgeva all’esterno della facciata principale e dava vita a una convessità detta “caverana” a cui si addossava il focolare con canna fumaria e camino, questo lato era munito di due finestre laterali che davano sull’esterno.

L a ricostruzione del parco ha tentato di mantenersi il più fedele possibile alle abitazioni dei nostri avi senza però tralasciare l’uso di materiali sicuri per la nostra epoca. Il casone si compone al suo interno della cucina con il grande focolare che serviva per cucinare e riscaldare, l’attuale stanza adibita conserva molti oggetti usati all’epoca per la preparazione dei pasti.

Accanto alla cucina, al pianoterra si trovavano alcune piccole stanze camera da letto, ripostiglio, stanza da lavoro, cantina, stalla o polaio, se la “caverzena” era presente molto spesso la camera da letto poteva trovarsi al piano superiore.

E lemento principale della camera da letto era il pajon, un saccone di tela grezza a quadretti bianchi e azzurri riempito con foglie secche di granturco ed usato come materasso.

Nella costruzione del casone si è cercato di salvaguardare l’autenticità e gli elementi peculiari sia nella costruzione della struttura, sia nell’arredamento all’interno di esso.

Il casone vuole essere una maniera per riportare alla luce le vecchie tradizioni e riscoprire i valori di una volta, per questo motivo è aperto alle visite didattiche per bambini e su prenotazione alle famiglie.

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